Quando ci si trova di fronte ad un evento di Malasanità, stabilire i tempi necessari per ottenere un risarcimento è un’impresa.
Questo perché il sistema sanitario tendenzialmente mette i bastoni tra le ruote di tutti quei soggetti che cercano di evidenziare un errore medico.
Prima di tutto, cerchiamo di fare chiarezza sui casi nei quali si ha realmente diritto ad ottenere un risarcimento.
Per richiedere un risarcimento, è necessario che si possa dimostrare il legame tra l’errore medico e un peggioramento delle condizioni di salute del paziente.
Quindi devono essere dimostrati atteggiamenti di imprudenza, imperizia o negligenza da parte dei sanitari che hanno portato ad un danno biologico permanente del paziente.
Per questo, il percorso per richiedere un risarcimento nasconde più di un’insidia.
E questo percorso, può durare anni.
I tempi della malasanità sono estremamente incerti
Abbiamo visto e affrontato così tanti casi che sappiamo benissimo quanto sia importante, per chi ha affrontato un evento avverso, conoscere il tempo necessario per ottenere giustizia.
Nei colloqui è una delle domande classiche che ci viene posta.
Però le variabili sono così tante che ancora, dopo 20 anni di esperienza e decine di migliaia di casi valutati, non riusciamo a dare una risposta univoca.
Quali sono queste variabili?
Sicuramente la complessità del caso: in una prima fase istruttoria è necessario studiare la documentazione, richiedere perizie a medici specialistici, per riuscire a definire se esiste realmente un legame tra un errore medico e il peggioramento della condizione di salute di un paziente.
Questa fase può durare da alcuni mesi, nei casi meno complessi e che richiedono l’intervento di un numero minore di specialisti.
È un periodo nel quale viene svolto, con estrema cura, un lavoro di raccolta della documentazione necessaria, che sarà fondamentale per ottenere il risarcimento per il caso di malasanità.
In queste fasi entra in gioco la controparte, in un ping pong di comunicazioni che spesso hanno solamente l’obiettivo di complicare la procedura e allungare i tempi.
Siano i rappresentati legali della struttura sanitaria o i referenti dell’agenzia assicurativa che dovrà poi effettivamente liquidare il risarcimento, il loro principale obiettivo è di consumare il tempo a disposizione.
La controparte rappresenta la principale incognita: negli anni ci siamo interfacciati con numerosi ospedali e diversi istituti assicurativi.
E tutti hanno dimostrato una reattività differente alle comunicazioni che abbiamo inviato in nome dei nostri assistiti.
Come possiamo cercare di diminuire i tempi per ottenere un risarcimento in un caso di malasanità
Le tattiche che mettiamo in campo in ogni caso per stringere i tempi necessari ad ottenere un risarcimento sono i più disparati.
Nella fase istruttoria, durante la quale prepariamo la documentazione da allegare alla domanda di risarcimento, identifichiamo subito le perizie necessarie così da semplificare e velocizzare il lavoro dei medici specialisti coinvolti.
Interfacciandosi con la controparte i processi diventano più complessi.
Conoscendo il comportamento di numerose strutture sanitarie e tutte le complicazioni del caso, siamo in grado di capire in quali fasi è necessario spingere sull’acceleratore per accorciare i tempi.
Lavoriamo in ogni momento per raggiungere l’obiettivo, e quindi per ottenere il risarcimento dovuto, nel tempo minimo necessario, con la consapevolezza di aver a che fare con un sistema che non ha nessuna intenzione di spianarci la strada.