“Abbiamo perso un caro in ospedale, dopo giorni di agonia a seguito di un intervento chirurgico che doveva essere semplice routine”.
Ha senso, in un momento di rabbia ed estrema tristezza come questo, chiedersi se la persona cara è stata vittima di un errore medico?
Cerchiamo di rispondere a questa e altre domande che ci sono state poste in decine di incontri.
In quali fasi della gestione del paziente è possibile riscontrare un errore?
I momenti più rischiosi che possono portare un medico, la sua equipe, il personale o una struttura sanitaria in errore, coincidono con le diverse fasi della gestione del paziente:
1. all’accettazione, con un errata o ritardata diagnosi;
2. durante o dopo un intervento chirurgico;
3. in seguito a scelte terapeutiche sbagliate;
4. durante la degenza a causa di un’infezione.
Quando la famiglia ha iniziato ad avere dubbi su come veniva curato il proprio caro?
Quasi sempre la molla scatta nel percepire l’abbandono: i parenti raccontano del loro disagio di fronte a quella che sentono come una mancanza assistenziale o, addirittura, un vuoto. Magari parlano dei modi gentili del personale sanitario, ma dicono di aver trovato il proprio caro sporco, denutrito, lasciato da solo.
Riportano la discordanza fra le informazioni del prima con quelle del dopo intervento, o da medico a medico.
«Gridava, ma non arrivava aiuto», «Per trovare qualcuno dovevo girare tutto il reparto», «Arrivavo all’improvviso e non trovavo nessuno», «Le terapie venivano somministrate sempre a ore diverse», «Prima dell’intervento ci avevano detto una cosa. Dopo, tutto il contrario».
Cosa possiamo fare se abbiamo il dubbio di essere andati incontro a un errore medico?
Se durante la degenza ospedaliera è indispensabile vigilare, o essere assistito, in caso di dubbio, non si può far finta di niente. Mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi, significa fregarsene e dare agio a un sistema che non rileva gli errori.
Individuarli, invece, è il primo passo per ridurli, per evitare quelli che si possono evitare e per mandare a casa, via per sempre, chi non è degno del ruolo che ricopre.
Se oggi l’aereo è il mezzo più sicuro del mondo, lo si deve al controllo. Al complesso e rigido sistema che verifica il funzionamento e l’adeguatezza di ogni componente, meccanica e umana.
Il dubbio, dunque, non solo è legittimo, ma merita un approfondimento.
Non è solo una questione economica, ma di rispetto per se stessi, per i propri cari e per chiunque, ogni giorno, si trovi ad aver a che fare con il sistema sanitario e le sue inevitabili falle.
Che derivi da imprudenza, imperizia o negligenza, o da tutti e tre i fattori ben mixati fra loro come un cocktail fatale, poco importa.
Ciò che conta, per ottenere giustizia ed essere risarciti, è sapere come muoversi per andare fino in fondo.